Con oltre 360 operatori e un processo di consolidamento accelerato negli ultimi 5 anni, il mercato italiano di software e servizi IT è tra i più appetibili per gli investitori. Ecco perché.

Altamente frammentato e polarizzato, quello del software e dell’IT service italiano sembra uno dei settori più “caldi” e appetibili per gli investitori, siano fondi di private equity o soggetti industriali. Secondo una nostra recente analisi, questo segmento di mercato, che oggi conta oltre 360 operatori con ricavi superiori a 10 m€/a - di cui 10 con fatturato oltre i 300 m€ - e ben 200 con un fatturato tra 10 e 20 m€/a, negli ultimi 5 anni ha visto un’importante accelerazione del processo di consolidamento che ha portato alla conclusione di ben 133 operazioni di M&A per un controvalore complessivo di circa  2,975 miliardi di euro e un totale di 495 deal per circa 13,6 miliardi. Emerge quindi un trend di accelerazione del consolidamento del mercato con un Tasso Annuo di Crescita Composto del 15%, che, sulla base dei dati attualmente disponibili, ci aspettiamo continui anche nel prossimo futuro[1].

Chi sono i player che trainano questo trend? 

Da una parte troviamo le aziende del settore con l’obiettivo di crescere tramite acquisizioni per consolidare il proprio posizionamento sul mercato o per arricchire la propria offerta. Dall’altra ci sono i fondi di private equity attratti dal mercato italiano per molteplici ragioni, tra cui: 

  • la previsione di crescita connessa alla necessità di digitalizzare il sistema economico;
  • gli investimenti attesi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (pari a circa 28 bn€) per la digitalizzazione della PA e del sistema produttivo volti a colmare il gap strutturale tra l’Italia e le altre maggiori economie europee;
  • i multipli di acquisizioni più attraenti rispetto a quelli di altri mercati più avanzati del vecchio continente, quali Germania e Regno Unito.

 

Alla luce di tali circostanze, nei prossimi anni si prevede una prosecuzione del trend di crescita delle transazioni M&A soprattutto per le aziende di medie dimensioni. In particolare: 

  • le societá con fatturato già oggi superiore ai 300 m€ continueranno nel loro percorso di crescita mediante acquisizioni e, probabilmente, cominceranno a guardare al mercato europeo con l’aspirazione di raggiungere fatturati superiori a 1-2 bn€/a;
  • aziende che oggi hanno dimensioni contenute con fatturati tra 50 e 150 m€/a, saranno probabilmente oggetto di aggregazione per creare “campioni nazionali”, oppure costituiranno potenziali target per ulteriori acquisizioni da parte di player più grandi.

Un altro trend è quello del consolidamento di operatori attivi nel medesimo settore come i servizi finanziari, assicurativi, sanitari e della sicurezza informatica. L’aumento della domanda di servizi e prodotti dedicati ha già portato alla costituzione di poli di aggregazione anche di respiro internazionale.

   

Ci sono però fattori che potrebbero rallentare il processo di consolidamento del mercato o ridurre le opportunità di espansione internazionale. Vediamo quali: 

  • Gap di talenti: la carenza di risorse specializzate, sia operative che di management, sia in Italia, come nel resto del mondo, sta rallentando il processo di trasformazione digitale. La risoluzione di questo problema richiederà da un lato di potenziare i canali di formazione (universitaria e non) e dall’altro di accelerare il processo di conversione delle skills delle risorse, per favorire lo sviluppo di nuove competenze tecniche e l'apprendimento di nuove modalità di lavoro.
  • Scarsa cultura manageriale: la necessità di una classe di dirigenti esperta nel settore, con una visione globale su dove espandersi e investire, con una propensione a investire sui talenti e allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
  • Una conduzione familiare delle aziende che necessiteranno di supporto sia nella gestione del passaggio generazionale, che nel finanziamento e nella strutturazione del percorso di crescita (M&A).
  • Una scarsa dimensione internazionale: nel giro di 3-5 anni ci saranno almeno una decina di player con una dimensione superiore al miliardo di fatturato, per le quali il mercato nazionale potrebbe essere troppo stretto sia in termini di possibilità di crescita che di rischio Paese. Questa dimensione nazionale diventa anche un vincolo per diventare dei partner credibili nel supportare le grandi corporation internazionali nel loro processo di digital transformation.

Se desideri ricevere maggiori informazioni, il team TMT è a disposizione per condividere più dettagliatamente le proprie analisi: 


Piero Masera

Marcello Bellitto

Filippo Guidotti Mori

Claudio Baretti

[1] Fonte: Aida, CapitalIQ